È di pochi giorni fa la notizia secondo la quale il Presidente del Consiglio dei Ministri On. Berlusconi, ha dichiarato di aver sostenuto costi per spese di giustizia per circa 180 milioni di euro, la stessa cosa dice il ministro di Giustizia “bisogna necessariamente ridurre i cinque milioni di processi pendenti”, ognuno dei quali a sentenza definitiva al cittadino costa in media 670.000 euro, non da meno il ministro Brunetta della funzione pubblica” troppo sperpero di danaro nella pubblica amministrazione” e chiama in causa Corte dei Conti e Tribunali Amministrativi.
Tutto ciò è davvero strano perchè a leggere il decreto legge di manovra c’è un pò di tutto ma manca la cosa più importante, una norma che renda obbligatorio il tentativo di conciliazione e in subordine l’arbitrato, per la tutela dei diritti disponibili dei cittadini. Non più inizio di cause pretestuose o temerarie avanti la magistratura ordinaria, che ingolfano le cancellerie dei Tribunali di tutt’Italia. Prima, di adire la giustizia ordinaria, è opportuno, che il Governo obblighi le parti a portare la questione all’attenzione di organismi di conciliazioni accreditati nel registro tenuto presso il Ministero di Giustizia, nei quali sono iscritti conciliatori specializzati (avvocati, commercialisti, neo-laureati in materie giuridiche ed economiche), che dopo, la frequentazione di un corso, acquisiscono l’attestazione per conciliare questioni a tariffe basse, velocemente (max 60 giorni) e a costo di giustizia di zero euro, oltre alla possibilità per i neo laureati di inserirsi nel mondo del lavoro, ancor prima dell’iscrizione ad un ordine professionale.
Tutti i Paesi del mondo ed in particolare l’Unione Europea, adottano da tempo la Consiliazione quale strumento di risoluzione delle controversie (A.D.R. Alternative Dispute Resolution) non si capisce invece, come mai l’Italia, che paga milioni e milioni di di euro di sanzioni per la lunga durata dei processi, procede a passi così lenti.
Chi sono quelli che ostacolano la “conciiliazione o il sistema A.D.R.”? Chi sono quelli che fanno dire al ministro Brunetta, anche se scherzosamente (ma le cose serie si dicono spesso scherzando) ”se, non mi faranno fuori porterò avanti i due progetti class action e conciliazione obbligatoria assieme.
Fonte: CONF.AS
(Confederazione delle Associazioni aderente al “Coordinamento delle Associazioni Esponeziali di Tutela degli interessi collettivi specifici per una Class Action efficace” e al Comitato Promotore enti di conciliazione e di A.D.R. (Alternative Dispute Resolution)